Ludwig II

di Giovanni Petta

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Quanti fuochi lì, sulla collina
ad ordinar le stoppie con la morte
Ombre di netto ad alternar la luce
e piccole faville in lontananza.

È tempo di pesare le parole
che per ognuna c’è una fiamma accesa
ad ogni suono un cuore s’affatica
e alla Tv c’è il gioco del silenzio.

Amo il dolore che mi tiene vivo
indifferenza al mio stesso agire.

 

Piccole rughe

di Giovanni Petta

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Il tempo oggi è stato proprio bello
belle le mani e belle le parole
persino il suono della strada in sottofondo
al passeggiare lento della sera

Piccoli alberghi, caldi, vista mare
d’inverno illuminati dalla luce
obliqua di chi sa aspettare in pace
l’arrivo del momento e la quiete
che segue quel momento e poi lo tace

Campeggi, feste, viaggi da rifare
prove d’ingresso,
città universitarie
tatuaggi floreali e d’amicizia
piercing e ricordi di amici innamorati

Penso che il tempo sarà ancora bello
arriva il sole, scrivo ed è già l’alba
Corrono i treni, intanto, corrono sul mondo
inseguono l’arrivo del domani

Arriva un momento

di Giovanni Petta

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Arriva un momento, arriva sempre,
e allora si confermano le cose
che vanno senza meno trattenute.
Le altre invece vanno mandate via

senza nemmeno un gesto di saluto
né l’imbarazzo di dire “non mi servi”.
E vanno via da sole, certe volte,
senza che ci si accorga cosa fanno.

Trovi uno spazio vuoto, un mancamento
una vertigine di nulla dentro il nulla.
Ti volti e non le trovi: sono andate
nel vento del passato, nel deserto,

a farsi sabbia e poi ricominciare
a sgranellarsi, a perdere la forma.
La vita intera è correre tra i flutti,
oceano di grigie mescolanze.