ricordo un pomeriggio primi anni Ottanta

di Carlo di Francescantonio

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ricordo un pomeriggio primi anni Ottanta,
avrò avuto sette, forse otto anni
e mio padre che dice: ci sono tanti
mestieri che potrai fare da grande.
Intanto camminavamo,
l’uno di fianco all’altro,
sulla strada verso casa.
Pensavo ai giocattoli, alle vetrine dove
erano esposti. Per essere contento
ci sarebbero voluti almeno due giocattoli
nuovi al giorno. Questo il metro bambino
della felicità. E mio padre,
con la stazza del marinaio e gli anni
dell’adulto, non considerando i pensieri
che potevano attraversare la testa di
qualunque figlio, continuava:
architetto, magari ingegnere.
Ancora oggi vorrei tornare indietro nel tempo,
rispondere: papà, ma lo sai che per fare
l’architetto o l’ingegnere ci vuole una mente piccola,
tecnica, a forma di cubo?

Tre

di Carlo di Francescantonio – foto di Marcella Cicchino

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una donna che si uccide congela la sua bellezza.
Così ha fatto la figlia della protagonista del romanzo poche righe fa
ma la mia natura impone indifferenza di fronte a certe finzioni
e mi alzo dal divano con la voglia di cadere dentro una vita.

Questa è la mia storia:
come un pensiero che si lascia andare nella vasca tagliando i polsi.

Una donna che si uccide è una donna che da piccola ha perso qualcosa,
ed era sola a cercare

oggi vorrei una moglie da guardare mentre dorme
e che indossi indumenti asettici, tacchi alti, pornografici

 

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tratta da “Memorabilia”, in uscita a marzo 2016 per ZONA Contemporanea

Nove

di Carlo di Francescantonio – foto di Marcella Cicchino

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adesso che sei partita
tutto il mondo intorno a me ha fatto dieci passi indietro.
Condizione a me abituale
quasi insignificante, perché
ho sempre una casa che aspetta.

È stata una splendida notte di Natale:
tante parole,
una finestra che si accende,
tre baci, credere nella superstizione o nella fortuna,
e già il rimpianto di aver detto troppo o troppo poco.

Oggi ho cambiato lenzuola e copri divano,
ho fatto la barba,
sono uscito,
quasi non mi riconosco. Al ritorno
dovrò rompere tutti gli specchi e
inchiodare i pezzi vicino al cuore.

Nell’angolo del tavolino resterà La bella estate, un Pavese con dedica.

Poche ore sono bastate.
Se anche Dio non era perso nel sonno
avrà sentito come mi batteva il cuore nonostante tutto quel freddo

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tratta da “Memorabilia”, in uscita a marzo 2016 per ZONA Contemporanea

Sette

di Carlo di Francescantonio – foto di Marcella Cicchino

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non capirò mai la dinamica dei sentimenti,
perché colpisca un vestito piuttosto che un altro
il trucco agli occhi,
la pelle colore del latte,
una frase, il libro che leggi.
Da subito mi sono piaciute le tue mani,
ancora prima che attraversassi la strada,
da lontano, era febbraio
e già iniziavo a sentire caldo,
mentre non si contano gli anni
nei quali dovrò aspettarti
senza vederti arrivare.
Da subito mi sono piaciute le tue mani,
il viso, i capelli
e mentre pensavo che non avrei mai potuto tenerti per mano
ho capito cosa vuol dire avere in prestito una vita

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tratta da “Memorabilia”, in uscita a marzo 2016 per ZONA Contemporanea